lunedì 7 giugno 2010

Forse dovrei riprendere la buona abitudine di mettere i titoli ai post.

Maledetta donna, cosa vuoi da me.
Quando ho comprato questo grande terrazzo, con queste grandi tende e questa siepe, che da tanta parte il guardo esclude, non l'ho fatto per le serate come questa, in cui mi siedo con del vino in mano a guardare il cielo cattivo e senza stelle.
Non l'ho fatto per serate come questa, mentre sento da lontano dei ragazzi che improvvisano un concerto. Non l'ho fatto per vedere da quassù le ragazze che ballano attorno al fuoco con le loro gonne da gitane, con i loro capelli lunghi, e gli orecchini e il vino da due soldi. Non l'ho fatto per questo rumore di batteria che arriva da lontano, scatenato e quieto, e così lontano. Neanche l'ho comprato per quelle cene che ogni tanto organizzo, lo sai che cucino così male, e che ho preso l'abitudine di comprare tutto o di far venire qualcuno a cucinare.
Non l'ho fatto per la sigaretta che tengo in mano adesso e che è una luce qualsiasi di questa città che lotta contro il cielo mai sopito.
Quando ho comprato questa terrazza, dolce donna, l'ho fatto solo perché ti ci avrei voluta portare. L'ho fatto solo perché saremmo stati soli e ormai le luci non funzionano più. Nel buio avresti dovuto tenermi la mano. Nel buio avresti sentito anche tu questa canzone lontana e avresti ballato con me. Poi, quasi con sorpresa, ci saremmo baciati. Vuoi sapere a che serve questo terrazzo? Questo terrazzo serve a farci stare insieme. Serve a farci ballare e a farti ridere quando ti pesto i piedi. Serve a farti barcollare quando bevi, serve a me quando ti toccherò il sedere. Serve a noi quando ci avvinghieremo su questa panchina, serve a far scricchiolare queste sedie vecchie e serve a farti correre attorno a queste vele e a questi alberi. Serve a farmi avere paura in mezzo a tutte queste corde dove puoi inciampare. Quando sono accanto a te ho come una certa paura, come se tutto sia fragile e tu, toccandoti, potessi romperti.
Questo terrazzo sarebbe servito ad essere felici quando fa caldo, a stare insieme, e a guardarlo con desiderio e nostalgia d'inverno, quando è ghiacciato e bagnato e freddo, e tu comunque puoi fumare in cucina, se vuoi. Questo terrazzo sarebbe stato solo l'ennesimo palco della nostra felicità. E invece me ne sto qui da solo, col bicchiere e la sigaretta, a guardare ancora una volta questo cielo senza stelle, con i gomiti sulla balaustra, e ti penso.