giovedì 22 aprile 2010

Una volta delle mie amiche mi hanno chiesto se mi sentissi solo, la mattina, svegliandomi in un grande letto a due piazze.
E' stato allora che ho mentito.
Ho mentito a me stesso e a loro. No, signorine, affatto, non sento affatto la solitudine, al mattino. E' semplicemente la mia vita, signorine. E' solo un letto grande.
Quante palle che vi ho detto, signorine. La verità è che mi uccide avere due cuscini alla propria sinistra, al posto di una persona. Il fodero di cotone fa delle forme strane che nella luce che trafila dalle persiane diventano un corpo sinuoso dalla svelta pelle ambrata, dai lisci capelli castani. Bisogna essere sognatori o disperati per accarezzare un cuscino, ed io lo sono entrambi, e poi mento, mento spudoratamente a tutti, comincio a sorridere e rido di un riso ilare, e la gente sembra amarmi, e la gente mi apprezza.
Che diritto hanno loro di sapere la verità. Che diritto hanno loro di provare la vicinanza, la pietà, l'empatia, il dolore. Che diritto hanno loro di giudicarmi per quello che sono e sto diventando. Nessuno.
Ed è per questo che non sapranno nulla. Che cosa vogliono sapere, la mattina mi sveglio fresco, bellissimo, e sorrido davanti alla spada di una nuova giornata che incombe.

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