venerdì 8 gennaio 2010

Paradise, lost

Una serratura (s.f.) è un congegno atto a tenere chiuso, assicurato, un vano, una porta, un locale, un luogo. Generalmente una serratura è formata da un vano cilindrico, all'interno del quale molle di differenti altezze tengono sospesi dei dentini. L'inserimento di una chiave opportuna ne determina lo sblocco, e la conseguente apertura del serramento.

L'effrazione di una serratura è possibile in due possibili modi o maniere. La prima consiste nell'impiego di una chiave a cifrature profonde, che consente di trasmettere il movimento dall'esterno all'interno della camera, sollevando i cilindri; la seconda è quella di forzare la serratura con un cacciavite, un martello o altro elemento in grado di portare a termine l'effrazione.

I ladri che mi hanno sfondato la macchina non sono andati tanto per il sottile; da quando mi hanno vandalizzato la macchina, per chiudersi la serratura ha richiesto più tempo e più fatica.


L'ultima volta che sono venuto qui le serrature erano ancora a posto. Ho posteggiato esattamente nello stesso modo e tra le stesse strisce blu. L'aria gelida sibila con perfidia in cima alla collina, che si apre sul grande campo, sul prato, sul declivio; poiché è notte non pagherò nessun tagliando. Dall'altra parte della strada una statua di Mazzini mi guarda accigliata, mentre infilo le mani screpolate nelle tasche comode e grandi di questa mia giacchetta. Condivido la sua preoccupazione.


A margine della piazzetta c'è una grossa arteria che scollina proprio davanti al patriota; la strada a tre corsie ha cento efelidi di macchine che mi passano davanti. Automobili l'altra volta non ce n'erano; ma era molto più tardi. Aspetto indifferente che siano passati tutti; il momento giusto sembra arrivare, sta arrivando, poi dall'incrocio sbuca una macchina che sale in un sommo sforzo di velocità. Sfruttando un paio di semafori e di coincidenze riesco a passare. La gente non su questa strada non si ferma quasi mai; e certo che farsi investire qui sarebbe davvero di cattivo gusto.

Lei non approverebbe.


(sospiro)


Il vento gelido e feroce che mi prende a schiaffi una volta è stato una brezza tiepida e delicata, un caldo alito di giugno. Io ti tenevo il cotone leggero del coprispalle, mentre tu ancheggiavi sinuosa verso questa panchina, e com'eri bella. Se avessi avessi avuto tutte le parole del mondo sarei rimasto comunque zitto; perchè di alcune cose non si può parlare; poichè di tutto quello di cui non si può parlare, bisogna stare zitti. Il buio atroce che adesso mi preoccupa è stato un'intimità delicata interrotta solo dallo sguardo indulgente della luna. Un gruppo di ragazzi ai piedi della collina cantava Battisti; un'idea così smielata non mi sarebbe venuta in testa neanche pagandoli.


Dov'è finita la ragazza che abbracciavo, ora che mi tengo stretto per conservare un po' di calore? Le mani foderate dai guanti erano libere di toccarti eccitate; i brividi di emozione che mi prendevano ora sono il tormento e lo scuotimento di questo freddo di dicembre. Eppure più della sciarpa hanno potuto i tuoi baci sul collo


Su questa panca ci siamo seduti, e su questo lastrone di marmo ci siamo toccati avidamente; mi hai stretto forte con le tue braccia sottili e ti sei messa a pensare; io non ho potuto fare altro che cingerti le spalle e sospirare un po'. Poi ti ho accarezzata un po' con la testa, come avrebbe fatto un animale affettuoso, e poi ti ho tenuta stretta, sentendoti pensare; perchè ogni volta che pensi ho paura; e ogni volta che ti bacio, ho paura che sia l'ultima.

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